41.912432,12.525966 – Ciarrapico

di Francesco Pacifico

Il senatore Ciarrapico racconta di come ha comprato una clinica al minuto 5,50 di “La Convenzione”, di Alberto Nerazzini, un servizio andato in onda su Report, Rai Tre.

Come si fa un pezzo non noioso di giornalismo investigativo sulla sanità italiana. Innanzitutto, amare i personaggi.

Ecco come Alberto Nerazzini, per Report di Rai Tre, affronta la materia: incontra da Rosati a Piazza del Popolo Giuseppe Ciarrapico, imprenditore e senatore PdL, plurinquisito e pluricondannato, uno degli uomini chiave della sanità privata italiana. Stile Dolce Vita, Ciarrapico, che è proprietario del ristorante, con gran cortesia e diplomazia (dove altri invece hanno rifiutato un incontro col giornalista), riceve Nerazzini dopo pranzo, disposto a raccontare. Il senatore, un romano con l’accento forte e strisciatissimo, è inquadrato con telecamera posata sul tavolo mentre si pulisce prima le labbra, poi il naso, in quel modo che indica che si è mangiato bene. L’audio è da film di Cronenberg: si sente tutto il miscuglio postprandiale di saliva, pancia piena, un po’ di catarro nelle vie respiratorie, espirato dalle narici, il principio della digestione affrontata con una camicia di sartoria e i polsi a contatto con le briciole su una buona tovaglia. Ciarrapico ha la faccia piena, bella camicia azzurrina, giacca grigia, cravatta col nodo giusto, né stretta né larga. Ristorante vuoto.

Al minuto 5:50 di questa ora abbondante di meraviglie e corruzione e gioco sporco nella sanità italiana, ecco come Ciarrapico racconta le sue fortune in affari.

Nerazzini: “Perché investire nella sanità?”

Ciarrapico: “Gli italiani si occupano di gastronomia, di viaggi, di automobili… e si preoccupano anche di stare bene…” Si parla dei primi affari, quarant’anni fa: “Lavoravo allora con un grosso imprenditore svizzero, Bagnasco, Europrogramme, quando un giorno mi dice: ‘Guarda verranno da te delle suore importanti’”.

Nerazzini: “Delle suore importanti?”

Ciarrapico: “Sì, ‘che hanno bisogno di 50 miliardi di lire, glieli puoi dare tranquillamente…’ Venne una certa suora Ugo, che era tra l’altro una bellissima suora bionda, che aveva un’assistente, una bellissima suora rossa di capelli… era ‘n corpo de bballo! Le misi a disposizione i 50 milioni, i 50 miliardi di allora…

Intanto ancora si pulisce le labbra aperte col bel tovagliolo di stoffa bianchissima, sullo sfondo le appliques accese un po’ tristi nella sala in penombra. Che ha comunque quel che di stazione termale, in stile Ciarrapico: negli anni ottanta fu presidente delle terme di Fiuggi.

Nerazzini: “E dove li trovò questi 50 miliardi?”

Ciarrapico: “Be’, l’Europrogramme raccoglieva 1100 miliardi tutti i giorni di sottoscrizione, quindi non è il denaro che ci mancava”.

Nerazzini: “Non ebbe problemi…”

Ciarrapico: “Queste non li utilizzarono assolutamente. Passa un lungo periodo, credo un anno o due, quanno te rivedo le monache: ‘Dottor Ciarrapico, che piacere incontrarla, ci deve fare un favore, deve comprarsi una clinica a Roma’. Dico: ‘Ma guardi non è il settore mio’. ‘Ma guardi è un grosso affare, la clinica si chiama Quisisana, sta ai Parioli’. Senza lasciarmi replicare suor Ugo mise in macchina da scrivere un foglio di carta in cui mi disse che io compravo per tot lire la Quisisana. Torno a Roma con questo foglio di carta, mi presento alla Quisisana e mi dicono: “Guardi che qui servono le firme sui conti correnti dove ci stanno 300 milioni”. Cioè io avevo comprato per 500 mila lire 300 milioni che stavano in cassa alla Quisisana”.

Nerazzini: “Non male!”

Ciarrapico: “Me sembra di aver fatto un buon affare”.

“Suor Ugo”, i Parioli, suore belle, acquisti strani di cliniche. Grande felicità narrativa, senz’altro.

Altro acquisto:

“Dopo la Quisisana un giorno mi telefona una mia amica tedesca, che era la figlia del generale Harster delle SS a Verona, e mi dice: ‘Senta, il mio amico, il mio compagno, vorrebbe vendere Villa Stuart’. (…) L’andai a vedere. (…) Poi in cucina c’era una suora tedesca che cucinava continuamente tutto il giorno, credo, kartoffeln, patate allo strutto ripassate in padella… Era una ghiottoneria! La simpatia della suora, le patate allo strutto… dissi vabbè, compro Villa Stuart”.

Nello stile del giornalismo televisivo di Nerazzini, Ciarrapico è prima di tutto un personaggio letterario, uno tra Flaiano – che peraltro prendeva il caffè da Rosati ai bei tempi – e i personaggi ricchi, traffichini e panciosi di Gogol’. Begli occhiali da vista a goccia con montatura nera. Il sorrisetto romano furbo.

Nerazzini sa parlare con gli intervistati (gente mediamente assurda) entrandoci veramente in rapporto: non come quelle cose a effetto, per dire, delle Iene, fatte piuttosto per snervare gli intervistati. È approfondendo la conversazione con eleganza da bell’uomo educato che Nerazzini sviluppa dialoghi memorabili come se li stesse scrivendo lui. Emblematico, al minuto 29:12, il dialogo beckettiano con i misteriosi inquilini di una misteriosa Fondazione in una palazzina al centro di vari traffici, tra cui spicca questo duetto imbattibile:

Nerazzini: Voi siete la Fondazione?

Sconosciuto: Sì, la palazzina è della Fondazione. Noi siamo persone che ci abitano comunque. Qui ci sono delle stanze della fondazione e delle stanze…

N: No, infatti ho chiesto al ragazzo di prima di parlare con qualcuno…

S: Sì, è un nostro coinquilino, mi dica comunque.

N: Ma voi abitate qui…?

S: No perché c’è una foresteria qui della Fondazione, quindi ci…

N: Voi siete dipendenti di Angelucci?

S: Della Fondazione… Non di… Non lo so Angelucci, poi la Fondazione comunque…

N: Cioè voi siete dipendenti della Fondazione.

S: Esatto, San Raffaele.

N: Che è la [Fondazione] “Silvana Paolini”.

S: La Silvana Paolini, sì, sì. No no, eh, purtroppo non ho altre… informazioni, se volete qualcosa di più specifico dovreste parlare con qualcun altro… se mi lasciate un recapito vi faccio richiamare. Poi purtroppo… pochissime informazioni.

N: Ma che fa la Fondazione?

S: La Fondazione “Silvana Paolini” è una fondazione non a scopo di lucro, e… quella onlus… quello che fanno tutte le fondazioni…

N: Cosa fa?

S [con la voce tremante]: Non lo so, io mi… occupo della parte tecnica, non lo so quello che fa la Fondazione sinceramente.

N: Siete dipendenti della Fondazione?

S: Sì ma noi la parte tecnica. Cioè capisce?, non… Mi lasci un recapito, non è un problema, la faccio richiamare, non è un problema…

N: Chi è il presidente della Fondazione?

S: Le ripeto, sono una persona tecnica, non lo so.

N: Ho capito, ma pur essendo una persona tecnica lavorate per una fondazione, pensavo sapeste cosa fa la Fondazione, cioè voi che cosa fate?

S: Noi facciamo la parte tecnica della Fondazione.

N: Che cos’è?

S: Muri, infrastrutture, eccetera.

(…)

S: Io faccio l’operaio, in pratica. L’operaio ripara le cose, cioè…

N: Ma dove le ripara?

S: O dentro la palazzina o nelle zone della palazzina quello dove mi mandano a me, cioè scusate io non c’entro niente, ma che ne so!

N: No ma non ho mai sentito di fondazioni che riparano le cose, capisce?

S: No, le faccio un esempio: se la fondazione c’ha un bagno, deve avere un operaio per riparare il bagno, mi scusi, eh…

N: Perfetto, e lei da quanto tempo lavora per la Fondazione?

S: Io ormai da due tre anni.

N: E in due anni non ha mai… cioè non ha proprio idea di cosa sta facendo la Fondazione? Che ne so, fa ricerca sul tumore, fa ricerca su… Di solito le fondazioni fanno queste cose qua, no? Fa beneficienza, raccoglie fondi… fa ricerca…

S: Siamo una onlus, quindi se sa cos’è una onlus di conseguenza sa cosa fa la Fondazione…

N: Io so cos’è una onlus, lei non sa cosa fa la fondazione per la quale lavora da due anni e mezzo.

S: …e allora lei di conseguenza sa che fa la Fondazione, per carità, non… Va bene?

N: E dormite qua, cioè abitate anche qua.

S: A volte sì, quando dipende da quello che dobbiamo fare. Va bene?

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1 Response to 41.912432,12.525966 – Ciarrapico

  1. Brucaliffo says:

    Che magnifico déjà vu. Pure io quel ‘Guarda verranno da te delle suore importanti’ non l’avevo più dimenticato.

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