41.912432,12.525966 – L’alieno Mourinho

di Francesco Pacifico

Terzo appuntamento anche con 41.912432,12.525966, la rubrica di Francesco Pacifico per Studio.

Sandro Modeo, L’alieno Mourinho, ISBN edizioni, p. 94.

Brera è morto, viva Brera – nel senso che siamo cresciuti con i giornalisti di Rai Sport che, incapaci di spiegarci il calcio, evocano ogni tanto l’epoca in cui questo Gianni Brera gaudente ed esperto di calcio da un mondo più puro che non c’è più parlava di calcio in maniera interessante, poetica e dettagliata – soprattutto dettagliata mi interessa, perché il romanticismo ce l’abbiamo presente, ma di calcio non capiamo niente mai. Noi Brera potevamo solo rimpiangerlo senza che nessun suo discepolo proseguisse l’opera: perché?

In Italia si rimpiangono le cose scomparse, come Brera, o si legge David Foster Wallace in traduzione, che parla di Federer e di tennis in generale, pur di leggere di sport in maniera interessante. (O nel mio caso si legge la bibbia di Bill Simmons, The Book of Basketball.)

Ma qui e adesso, in Italia, esiste un Simmons/Wallace/Brera che parla di calcio, in italiano, proprio per noi, con le partite che ricordiamo noi: Sandro Modeo, giornalista di Corriere e Guardian, ha scritto L’alieno Mourinho, un racconto della carriera e dell’ideologia/filosofia/scienza calcistica dello Speciale.

A pagina 94 e seguenti, una descrizione di Inter-Barcellona dell’anno scorso, l’anno della vittoria in finale contro il Bayern: “Mourinho cerca di far trovare il Barça” (che gioca con un sistema a “sciame d’api”) “davanti a un sistema diverso da quelli che ha finora affrontato (dallo Stoccarda all’Arsenal): un sistema che non permetta ai blaugrana di sviluppare la loro contrazione/distensione(.) Mourinho modula così l’Inter su due atteggiamenti. Primo, non pressare in maniera furibonda e totale (il che esalterebbe il contro-pressing e la tecnica dei blaugrana), ma lasciare al Barça il possesso-palla senza che questo porti a uno sviluppo pericoloso, pressandoli nei tempi e nelle aree giuste, cioè quando provano ad allargarsi e a verticalizzare. Secondo (applicazione particolare del primo): puntare più al “controllo” che al dominio, cercando di pressare più i sostegni (i compagni che attendono o dettano il passaggio) che non il portatore, in modo che il portatore stesso abbia chiusa la “luce” della giocata. Quanto a Messi (ulteriore applicazione particolare) lo si deve lasciar libero in zone morte – interlocutorie – anche per lunghe digressioni, “recintandolo” – cioè chiudendogli gli angoli di uscita – con i centrocampisti in scalata (Cambiasso) o i difensori in salita (Samuel). Tutto questo deve però coesistere con la contemporanea preparazione della transizione: nello stesso momento in cui un pressing selettivo sottrae la palla al portatore avversario, due-tre uomini devono andare nello spazio, tagliando sui “lati deboli” del Barça per sorprenderli, impedendo la ricomposizione dello sciame”.

Avrei potuto citare brani del libro in cui si paragona Mourinho a Houdini, o si racconta l’epopea sovietica del colonnello Lobanovs’kyj della Dinamo Kiev e i suoi metodi d’allenamento tipo Ivan Drago, ma non lo faccio perché lo si potrebbe confondere con la solita ricerca di poesia a buon mercato stile vita da mediano (minuto 1,45!), ossia il tradizionale, sanremese, oscurantista populismo italiano applicato al calcio: dove l’informazione non esiste, esiste solo il sentimento, con cui si intontiscono le persone.

Il Mourinho di Sandro Modeo, al contrario, è un nerd dell’istituto superiore di educazione fisica che si merita titoli di capitoli come “L’atleta neuronale” e frasi memorabili come: “Jose Mourinho arriva alle neuroscienze con un iter in apparenza ordinario”. Jose Mourinho arriva alle neuroscienze!, frase che spalanca mondi (we are human, after all). Leggere l’Alieno Mourinho è come guardare The Social Network e una partita di Champions contemporaneamente.

This entry was posted in Politica&Società and tagged . Bookmark the permalink.

1 Response to 41.912432,12.525966 – L’alieno Mourinho

  1. Tim Small says:

    Condivido ogni singola cosa che hai scritto in questo pezzo. Bellissimo, come sempre.

Leave a reply to Tim Small Cancel reply